Patch Patch Patch!


Adesso nel mondo dei videogames si parla sempre di più di patch patch patch mentre nel 1987 Sabrina Salerno cantava Boys boys boys, e la pezza non era abbastanza grande da coprire tutto quello che c'era da vedere, ma l'andazzo generale è quello di avere qualcosa prodotti a cui manca qualcosa.
Si tratta di due mancanze diverse, e certamente all'epoca Sabrina Salerno soddisfava la sua rendendo felici tutti noi teenagers dell'epoca, mentre al giorno d'oggi il videogiocatore medio fatica a rimare soddisfatto dai prodotti che compra anche dopo gigaliardi di patch.


Questo è dovuto principalmente a due fattori, per primo i produttori corrono il più possibile tralasciando le fasi di testing agli ultimi minuti, come il tipico studente italiano, ed i risultati non possono essere che scandalosi.
Infati titoli come DriveClub risultano ingiocabili senza patch ed altri come Lords of the Fallen e Wolfenstein The New Order soffrono di bug  vistosi senza qualche giga di correzioni al D1.
Questo porta il giocatore medio che non ha una linea a giocare un prodotto decisamente scadente e chi non ha una linea veloce ad aspettare ore prima di poter giocare decentemente il gioco che ha appena comprato.


Il secondo fattore è l'online che con server strapieni e problemmi di connessione, come per Destiny, rende il prodotto finale incompleto.
Ci sono giochi in cui bisogna aspettare mesi per avere un online stabile ed altri invece che a causa delle scarse vendite vengono abbandonati a se stessi dopo poco tempo influendo negativamente sulla giocabilità data all'utente finale.
L'unico modo per ovviare realmente a questo problema sarebbe aspettare mesi se non anni di più per ogni gioco, in modo che il titolo esca realmente completo e testato a fondo, ma in questo scenario post apocalittico e commerciale che è il panorama videoludico moderno ciò è un suicidio.


Uscire nel periodo sbagliato o con certi concorrenti può portare alla morte dei titoli minori  e la verità è siamo proprio noi giocatori a non voler aspettare.
Ci sono serie commerciali come Call of Duty ed i giochi sportivi che morirebbero se gli utenti dovessero aspettare tre anni per il nuovo capitolo anche se così ci sarebbe un vero miglioramento.

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