Wolfenstein The New Order - La recensione


Quello di Wolfenstein è un nome che gli appassionati pronunciano con riverenza perché non solo è il primo FPS della storia ma un titolo che nelle sue diverse incarnazioni ha sempre saputo dare soddisfazioni ai giocatori.
Ecco dunque che dopo il breve lasso di tempi dal suo annuncio all'uscita effettiva del nuovo titolo era sorta qualche perplessità ma sono bastati pochi video per placare i timori dei fan.


Certo questo gioco non è perfetto e per essere uscito dal grembo così velocemente paga il pegno di una patch da oltre 5GB al D1 per PS4 ma ne vale la pena.
Infatti le mie prime impressioni sul gioco sono completamente positive.
Si tratta di un ottimo FPS che fonde elementi classici del genere, come la corazza da reperire sul campo, ad altri elementi più moderni.
I perk che si sbloccano compiendo determinate azioni e quindi  migliorano la abilità a seconda del nostro stile di gioco, così da avere un gioco ben bilanciato con scelte tra il furtivo e l'action e mappe di gioco molto vaste ed articolate.


Il level design è ottimo e per arrivare all'obbiettivo ci sono diversi modi e le aree sono esplorabili e ricche di segreti.
Visto che sono riuscito a mettere le mani su questo titolo con quasi una settimana di anticipo posso già farne una recensione completa e sul canale Youtube pubblicherò il gameplay del primo livello registrato direttamente da PS4 con la funzione SHARE.


Infatti dopo la prima ora di gioco ho smesso di registrare spezzoni video e mi sono dedicato al gioco vero e proprio scoprendo così un nuovo capolavoro.
Era dal 2009 che Wolfenstein non si faceva vedere ed in questa sua nuova incarnazione ha abbandonato le tematiche fantahorror per ritornare alle origini.


Infatti superati i primi due livelli ambientati nel 1946 i nazisti vincono la guerra ed il protagonista rimasto quasi un vegetale dopo una ferita alla testa si risveglia nel 1960 e si unisce alla resistenza.
Il cambio di ambientazione storica non serve solo per giustificare il dilagare del nazismo e le sue armi fantascientifiche ma anche per dare un gameplay diverso al giocatore.
Il parlato italiano è di buona fattura mentre le musiche risultano un po anonime ma nel complesso orecchiabili.


Quello invece che non mi è piaciuto è il protagonista B.J. Balzkowicz che sembra il figlio segreto tra Capitan America e Duke Nukem, inoltre le scene di intermezzo in cui lo si vede in terza persona non mi convincono e risultano troppo stereotipate.
Per il resto il gioco è eccezionale, la grafica pur non essendo ai livelli di Killzone Shadow Fall è nettamente superiore alla controparte PS3 nonostante qualche sbavatura.


La longevità è discreta ed il titolo ha molti segreti da trovare, è possibile giocare in remoto con la PS Vita ma non c'è l'online competitivo anzi non c'è proprio l'online ma solo le classifiche dei punteggi da confrontare con gli amici. 
Non che la cosa mi dispiaccia, quando i programmatori si concentrano sul single player nascono dei capolavori mentre quando puntano sul multiplayer finisce spesso male, mentre Wolfenstein è un trionfo di genialità.


I trofei sono legati quasi tutti allo sblocco di determinati perk giocando ed i primi che ho fatto sono quelli legati all'uso delle doppie armi e poi alla furtività.
Comunque anche se non è ai livelli di Deus EX come possibilità di scelta Wolfenstein è incredibilmente profondo e lo consiglio davvero a tutti gli amanti degli sparatutto e dell'azione, poi si sa dove ci sono i nazisti a cui sparare è tutto più bello.

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