Assassin Creed Origins e la contaminazione dei generi


È possibile rinnovare un brand ormai storico che ha fatto di certi aspetti il punto cardine del suo successo? Veramente NO perché i fan per quanto spancionino che vogliono cambiamenti alla fine si lamentano ancora di più se trovano qualcosa di diverso, quindi resta una sola soluzione per cambiare senza farlo davvero ed Assassin Creed Origins ne è la prova.
Infatti basta integrare in modo massiccio vagonate di concetti che piacciono attualmente alla massa nella sparanza di mantenere vivo l'interesse dei fan.
Ecco dunque come Assassin Creed da stealth free roming si reinventa come action gdr alla The Witcher senza però snaturare il brand.
Le prime impressioni sono fondamentali ad esempio le patch sono piccole anche se l'installazione è enorme ma per avere la lingua italiana parlata bisogna scaricare l'apposito DLC ma le musiche mi hanno preso sin da subito, come in molti altri giochi della serie sono davvero ben realizzate.


Dopo un bel po di ore di gioco torna la lama celata e Bayek sin da subito è in grado di fare molte delle azioni che i suoi predecessori, anche se in realtà saranno suoi antenati, faticavano ad apprendere.
Le prime ore di gioco nell' antico Egitto sono stranianti e potrebbero far storcere il naso a molti, complice un gameplay non troppo scalato che prevede un livello minimo per certe missioni rendendole impossibili senza un po di grinding, ma devo ammettere che non mi dispiace dopo averci preso la mano.


Girare per il deserto, con il cavallo GPS guidato, a compiere missioni secondarie alla fine non è male anche perché risulta più intrigante che fare a nastro le stesse azioni in ogni quartiere come si riducevano gli ultimi titoli della serie e le abilità selezionabili unite ad una diversificazione dell'equipaggiamento regalano qualche soddisfazione o almeno la sensazione di essere artefice delle proprie scelte.
La grafica è buona anche se non sorprende nonostante il ciclo giorno notte ben gestito e dei giochi di luce molto interessanti.


Il gameplay spinge però sul fattore action e sebbene Bayek possa già da subito usare quasi tutte le abilità stealth, nascondigli e con qualche punto abilità anche trappole, è consigliato puntare sui potenziamenti d'attacco e livellare costantemente l'equipaggiamento così da infliggere il massimo danno in corpo a corpo e sterminare legioni di romani come Asterix.


Gli scontri non sono approfonditi come un Dark Souls ma sono certamente meglio di quello visto in Unity con la Francia rivoluzionaria oppure la rivoluzione industriale inglese di Syndicate e sebbene i nemici siano egualmente stupidi e non attacchino in massa la differenza di livello può rendere ostici molti scontri sino a fare diventare improponibili gli scontri con nemici in grado di uccidere l'eroe con un colpo.


Qui entra in gioco il grinding in stile GDR e le sottomissioni che però sono strutturate bene e diversificate così da risultare un piacevole diversivo mentre si passano ore ed ore di gioco approfondendo anche la storia ed il background socio culturale in cui si svolge questa nuova avventura.
Per quanto possa sembrare spoglio il deserto i ragazzi di Ubisoft hanno creato un ambiente vivo e pulsante con città, mercati, templi, e soprattutto dungeon in tombe e piramidi degni di nota per chi ama le storie alla Indiana Jones.


Ma non temete anche questo è un ricordo vissuto atteaverso l'Animus da una ricercatrice dell'Abstergo che andrà a rivelare però cose importanti per la trama principale elemento dimenticato dopo la moete di Desmond e che mi fa piacere rivedere e spinge un vero fan a giocare.
Questo pone il problema che il carisma dei nuovi personaggi legati agli ultimi giochi non è paragonabile al messia che si è sacrificato per noi e poi... no niente se ne sono dimenticati tutti.



Una delle novità più utili, senza contare quasi obbligatoria da usare, è l'aquila che funziona come i droni di tanti nuovi giochi di guerra e permette l'identificazione dei nemici e di risorse utili anche se ha fatto incazzare molti fan perché sembra un copia incolla da Far Cry Primal e Ghost Recon.
Effettivamente il difetto maggiore di Assassin creed Origins è proprio che non c'è nulla di veramente originale che sembri creato appositamente per questo "rivoluzionario" capitolo anzi secondo me si sono limitati ad assemblare parti interessanti da altri giochi adattandole allo stile che serviva.



Il miglioramento preso da altri titoli ed adattato ad Origins che più è utile e nonostante ciò mi fa storcere il naso è la capacità di Bayek di potersi arrampicare praticamente su ogni superficie a differenza dei suoi discendenti che cadevano dal secondo piano morendo.
Se sui palazzi può avere un senso devo ammettere che scalare un atollo di nuda roccia per tipo tre minuti filati per raggiungere un punto di sincronizzazione rompe la magia del realismo rendendo l'antico egiziano uno scalatore migliore di Spiderman ma ripeto è utilissimo per andare dove si vuole.


La gestione dell'equipaggiamento non è sempre chiara ma è meglio avere due armi diverse e livellarle o sostituirle spesso per essere al pari con il level cap del personaggio e su questo la marea di armi lasciate a terra dai nemici o reperibili in giro non è dosata saggiamente come in GDR vero.


Infine il ritorno della navigazione, con tutte quelle cavolo di galee e coccodrilli a rompere le palle, non mi gasa molto così come trovo eccessive le rovine sottomarine.
Queste sono le cose che più mi hanno colpito del nuovo capitolo di Assassin Creed che è si un rinnovamento per la serie ma non per il genere che ormai è così contaminato, ricordiamo che ci sono anche i puzzle e le corse con i carri, da essere difficilmente classificabile.


Eppure questa storia che sembra presa di peso da Stargate e qualche fumetto di Claremont su Apocalisse mi ha preso, soprattutto grazie ad Aya che è un personaggio molto più intrigante di Bayek, e salvo la produzione anche se evito di prendere season pass e contenuti extra per adesso dato che la longevità è comunque molto alta così come la varietà.


Passare da stealth ad action e reinventarsi come GDR non è facile ma Assassin Creed ce l'ha fatta salvando il brand dal baratro con questo Origins che darà vita a sequel per un bel po conoscendo come ragiona Ubisoft rischiando di rovinare tutto di nuovo.
Sarà forse il mio amore per la saga ed i giochi di ruolo o la voglia di crederci ma alla fine ecco la recensione con quello che penso del gioco, con difetti e pregi ma soprattutto sensazioni di chi ama questo gioco ed è felice che sia venuto bene.
Assassin Creed Origins si è ritagliato un posto nel mio cuore e nella mia collezione ed anche se non lo avete preso al alncio averlo sotto l'albero di Natale può essere una piacevole sorpresa così anche voi potrete vedere come bayek ha salvato la serie anche se non il suo faraone.

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