Saint Seiya Brave Soldiers, hai mai sentito il cosmo dietro di te? La recensione


Ci sono alcune cose che segnano la nostra infanzia e per la mia generazione molti sono stati gli eroi dei cartoni animati giapponesi a segnare il nostro destino, uno tra i molti è sicuramente Saint Seiya.
Bisogna però fare una precisazione in quanto il manga di Kurumada, e quindi l'anime, non sono poi tutta sta bellezza a guardarli bene, senza parlare poi delle nuove serie una più penosa dell'altra.
Quello che salva Saint Seiya dalla mediocrità è la sua epicità ed il fatto che il fulcro della storia fosse qualcosa in cui tutti ci si potevano identificare, i segni zodiacali, e chi da bambino non ha mai voluto indossare l'armatura d'oro del suo segno ha avuto un infanzia davvero triste.


A ripensarci se eri dei pesci forse non ne avevi poi tanta voglia ma il concetto è quello, oltre alla storia dei ragazzini minorenni mandati a morire in terre lontane per prendere un armatura di bronzo che non serve a nulla, soprattutto per Sirio, quindi per molto tempo abbiamo voluto anche dei videogiochi su questa serie.


Purtroppo non tutti i risultati sono stati apprezzabili ed i pochi giochi su Saint Seiya hanno spesso deluso ma con Brave Soldiers la storia stava per cambiare o almeno così speravo invece il risultato è alquanto mediocre e forse addirittura un passo indietro in confronto al gioco precedente.


Questo titolo doveva ripercorrere le tre saghe principali e lo fa, anche se manca Asgard perché sembra che piacesse solo a noi ed ai giapponesi sta sulle balle, peccato che la storia sia frammentaria e poco curata.
Come grossa novità ci sono finalmente i cavalieri del mare ed Isaac che è tra i miei preferiti è anche forte ma la saga di Nettuno dura davvero pochi scontri ed il capitolo migliore rimane quello sulle dodici case.


Una delle cose che secondo me rovina l'esperienza di gioco, soprattutto ai neofiti che non conoscono la serie, è che le scene d'intermezzo sono state realizzate con sagome che parlano una di fronte all'altra come nei primi JRPG degli anni 90 e non ci sono sequenze animate neanche per i colpi di scena come il taglio del corno di Aldebaran o l'arrivo delle armature d'oro in soccorso contro Nettuno rendendo la narrazione davvero piatta.


Il gameplay almeno è stato rinnovato, ovvero copiato da Naruto,  ed è possibile eseguire inseguimenti veloci e combo a mezz'aria facilmente senza contare lo spostamento in 3D nell'arena peccato che quest'ultime siano state ritoccate in modo da essere dei grossi quadrati vuoti.
Nel gioco precedente, che curava il capitolo del Santuario molto meglio di Brave Soldiers, le arene erano esageratamente ricche di dettagli superflui ed elementi scenici ditruttibili mentre qui è stato optato per un sistema di fondale a scrolling che sembra preso di peso da Tekken 3 facendolo sembrare un gioco poco rifinito.


In realtà Saint Seiya Brave Soldiers è un gioco poco rifinito e la sensazione iniziale è perdurata per tutto il gioco sino alla sua fine, per questo ci ho messo tanto a fare questa recensione e non mi sono sbilanciato con le prime impressioni, ci sono buone idee ma realizzate superficialmente e di fretta.
Ad esempio le mosse finali, Attacchi Big Bang, sono stati ridimensionati e resi praticamente inutili visto che molti per essere lanciati richiedono il contatto con l'avversario ed altri sono lentissimi a partire rendendoli non solo inefficaci ma anche brutti da guardare.


Purtroppo la diminuzione dei filmati non riguarda solo le scene dello story mode ma anche i colpi speciali dando un effetto finale davvero scialbo e c'è poca differenza tra la mossa normale che richiede una barra d'energia e quella da tre anzi la differenza è che spesso l'attacco finale non va a segno mentre quello speciale è utile nelle combo.


Un altra mancanza di rifinitura è nel roster che sebben vanti oltre 50 personaggi perché ben 19 sono solo i cavalieri di bronzo con diverse armature dalla V1 alla V3 e quelle d'oro sino all'armatura divina ma solo per Seiya.
Infatti mancano non solo alcuni cavalieri d'argento importanti, ed è ridicolo che ci siano Ichi e Asher, ma se uno volesse le versioni dorate delle V2 deve comprarle come DLC senza contare che gli altri contenuti aggiuntivi sono delle truffe e tutti a pagamento come Seiya con il vestito d'addestramento in cuoi che fa solo sorgere la domanda, ma perché?


Sul fattore grafico come già detto i fondali risicano ma i modelli dei personaggi sono realizzati bene e rispecchiano quelli dell'anime grazie al cell shading dei volti e delle ottime cromature per le armature.
Il sonoro è mediocre e si salva solo per le voci giapponesi e le musiche originali, che però stonano con la traduzione ita dove vengono usati i nomi tarocchi della prima versione.


Almeno dal punto di vista della longevità il titolo è decente, per finire la storia non ci vuole molto anche perché è palesemente facile, ma per sbloccare tutto ci vuole tempo anche se gli extra delle carte, i titoli, e le sfere per i potenziamenti non sono essenziali.
Infatti il sistema a level up è stato rimosso a favore di un orrido sistema a sfere che funziona solo per i versus e l'online, che tra l'altro trovo penoso e con un netcode davvero traballante, ma almeno in doppio diverte ed è la sola cosa da fare per continuare a giocarci.


Purtroppo questo non è il gioco di Saint Seiya definitivo anzi ha delle lacune inspiegabili ed è consigliato solo ai veri appassionati, la cosa peggiore è che non riesce a trasmettere emozioni e se non le ho provate io che sopporto Omega i neofiti potrebbero addormentarsi prima di finirlo.
Peccato, ormai difficilmente vedremo un altro titolo per PS3 e con questi standard su PS4 risulterà ancora meno curato ma posso dire che non dipende dalla console ma dallo scarso impegno degli sviluppatori perché ad esempio il gioco di Ken il guerriero è un piccolo capolavoro curatissimo e molto fedele all'originale.
Qui si nota solo un uso malsano dei DLC spillasoldi e dei fan che credono in un manga ormai tramontato, povero Saint Seiya ma nonostante tutto continuo ad amarti.

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