Dynasty Warriors 8 la recensione


Ho impiegato più tempo del previsto ad esplorare questo gioco ma sono molto soddisfatto del tempo trascorso e nonostante non sia un gioco così eclatante da far cambiare idea ai detrattori della serie mi è piaciuto molto.
Nonostante la ripetitività di fondo si notano dei tentativi di rinnovamento, non tutti riusciti, e qualcosa di diverso c'è davvero.


Dopo ben tre versioni di Dynasty Warriors 7 in cui cambiava davvero poco adesso si respira aria di nuovo non solo per il cambio di design, che è tornato ad essere più realistico per alcuni personaggi, ma per il fatto che i livelli sono stati rifatti totalmente e non soltanto ripescati dal capitolo precedente.
Lo story mode presenta infatti un unico arco narrativo per ogni fazione, cinque contando i Jin e gli "altri", ma le battaglie sono molto diverse tra loro e non sempre la stessa vista dai due punti di vista.
In questo modo si ha un contesto più realistico delle vicende storiche su cui si basano e nella modalità libera è possibile giocare le versioni alternative di alcuni stage.



I nuovi personaggi sono dieci come si può vedere dall'immagine sovrastante e tra i miei preferiti spiccano Jia Chong, Wen Yang, e Guan Xing il figlio di Guan Yu.
Nonostante il gioco sia già pieno di personaggi le nuove aggiunte servono anche per dare varietà agli scontri, infatti nello story mode è possibile scegliere tra diversi personaggi prima di affrontare lo scontro e visto che ormai usare sempre gli stessi mi fa venire la nausea ho optato per quelli nuovi e non sono rimasto deluso.


Tecnicamente il gioco resta mediocre e ci sono diversi bug ed imperfezioni che non dovrebbero esistere in titolo del 2013 ma tutto sommato alla Koei hanno almeno provato a rifare gli stage ed il design invece che copincollare quello vecchio.
Questo però non basta a rendere Dynasty Warriors 8 un titolo competitivo anzi è molto arretrato anche nel comparto sonoro dove le musiche sono del tutto separate da quello che succede a schermo diminuendo drasticamente l'immedesimazione, inoltre le nuove canzono sono troppo rock per i miei gusti e non è presente l'audio giapponese.


Una delle poche cose che si salva è la longevità, infatti per completare tutti gli stage e modalità secondarie tra cui l'ambition mode che riveste un ruolo chiave anche nel completare molti trofei renderà l'esperienza di gioco lunghissima anche se molto ripetitiva.
Purtroppo la giocabilità è ormai datata e sebbene apprezzi il ritorno al precedente sistema di skill e level up non posso dire che fare un passo indietro sia un innovazione.


C'è poco da dire, Dynasty Warriors è sempre più una saga per appassionati il cui numero cala ogni anno in occidente e sebbene lo zoccolo duro Giapponese riesca da solo a dare il fabbisogno di vendite per mantenere la serie in vita ormai sono l'unico tra i miei amici a prendere questi giochi al D1.
Insomma  a me è piaciuto e nonostante non sia ai livelli di DW3 e 4 è un buon titolo che dimostra come Koei cerchi di rinnovarsi anche se con scarsi risultati.


Personalmente non capisco come mai non implementino il gameplay usato per Shin Hokuto Musou e qualche idea da One Piece Pirate Warriors  per dare nuova linfa alla saga ma nonostante tutto ci ho passato diverse ore divertendomi e questo è un bene.
Se avete amato la serie provatelo potrebbe piacervi molto mentre se non avete mai sopportato i musou lasciate perdere non vi farà ambiare idea.

Commenti

  1. quante ore passai con i vecchi (parlo dei primi) capitoli... battevo addirittura Bobos, giuro! XD
    ...in questo caso me lo aspetto usatissimo, dai!

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