Tekken 7 - il ritorno del Re?


È innegabile che l'Iron Fist Fucking Tournament sia qualcosa che abbiamo nel sangue, per quanto preferisca sempre Street Fighter oppure il glorioso The King of Fighters come gameplay ai tempi della prima Playstation Tekken 3 era da AVERE e basta, quindi ora che è uscito Tekken 7 cosa è cambiato?


Innanzitutto questo è l'ultimo... della trama legata ad Heihachi Mishima e nello story mode, in stile Injustice di cui però non ho ancora preso il secondo capitolo ed il nuovo cicolo di Mortal Kombat, cerca di dare un senso a tutti quei filmati finali che un senso non ce l'hanno.


Chiariamo subito questo punto perché se vi aspettate uno story mode profondo ed appagante probabilmente resterete delusi, la storia è vista dagli occhi di un reporter che cerca di unire i puntini che collegano la Mishima Zaibatsu alla G Corporation e le motivazioni dietro alla loro guerra ciò si traduce in schermate statiche disegnate per poi passare a filmati in game che introducono le battaglie.


Questo punto di vista distaccato, con l'occhio della persona normale la cui vita viene devastata da una guerra che non comprende, è interessante ma il ripescaggio dei filmati d'epoca per ricollegare gli eventi ha il difetto di stonare tantissimo con la grafica odierna facendo sembrare la produzione tecnica del titolo molto lacunosa.


Un altra grossissima delusione è stata la storia dei singoli personaggi, praticamente un intro scritto con una sola battaglia di poco conto per molti personaggi ed un filmatino finale che lascia come sempre l'amaro in bocca.
Quindi chi si lamentava del Cinamatic Story Mode di SFV sappia che qui Harada ha fatto molto peggio e nonostante ci sia una tipica modalità arcade a parte ciò non giustifica questa mancanza di stile e cura nella storia dei personaggi minori.


Se la storia non colpisce molto, anche se  finalmente la si può definire tale, i contenuti extra per i fan sono smodati.
Si passa dai filmati e le immagini speciali di ogni singolo Tekken, questo spiega il ripescaggio ma nulla vietava a Namco di modernizzare le scene per la storia, inoltre ci sono anche tutte le musiche da poter selezionare come colonna sonora personalizzabile creando così un titolo a misura di fan.


La personalizzazione ormai fulcro di tanti videogiochi, degli ultimi discutibili titoli Namco che faticano a stare dietro all'intramontabile Soul Calibur II,  non brilla per quantità anzi molti oggetti sbloccano solo vincendoli nella modalità tesoro, un arcade con in palio soldi e item per ogni personaggio, così da allungare il brodo e rendendo snervante trovare i costumi speciali per i personaggi che non si sanno usare.


Infatti la giocabilità di Tekken ha sempre avuto una curva discendente e certi, troppi, personaggi sono sgravati oppure troppo complessi da usare per il danno che recano.
Non sono così fanatico da rendermi conto se il sistema è variato particolarmente ma l'introduzione della mossa Rage con R1 quando si è in fin di vita stona come era già successo per Dead or Alive 5 mentre le meccaniche dei nuovi personaggi non mi colpiscono molto a parte... Akuma! 
Ebbene si Akuma dopo il fallimento del progetto Tekken X Street Fighter presso Namco grazie alla sua aura di incazzatura perenne è riuscito a rimanere nel roster e sia le special che i parametri restano quelli di Street Fighter.


Premesso che mi era piaciuto molto Street Fighter X Tekken su PS3, che ormai ha chiuso i battenti in Giappone facendo scorrere le lacrime quindi lascia in sospeso per sempre la rivincita, Akuma in Tekken è qualcosa di smodato e la facilità con cui tiene lontano i pg di Tekken è al limite del barare.
La longevità è data dalla voglia di migliorarsi ed ottenere tutti gli oggetti possibili ma in definitiva lo si può completare sommariamente in una giornata, concentrandosi sul proprio personaggio preferito, ed addirittura lo si potrebbe platinare in neanche venti ore prendendo certi trofei di petto.


Il sonoro grazie alle musiche di tutti i giochi messi insieme è stellare ma certe voci inglesi stonano tantissimo così come quella italiota di Claudio Serrafino che sembra uscito da un episodio di Gomorra.
Avendolo giocato ben prima del lancio ufficiale posso vantarmi di averlo spolpato per bene, tranne la modalità VR, e sebbene sia meglio del sesto capitolo non è certamente il salto di qualità che speravo.
A confronto Guilty Gear Xrd sin dal primo esordio su PS4 si è rivelato un capilavoro, ed essendo molto tecnico mi sto ancora cimentando con Revelator 2 di cui parlerò più avanti, mentre a Tekken 7 manca quella scintilla che avrebbe potuto renderlo grande.


Sicuramente i fan lo adoreranno, fioccheranno i tornei ed i live su Twitch, però non sono entusiasta come lo ero per l'arrivo di Street Fighter V che poi si è rivelato davvero povero di contenuti nonostante i DLC ed è un chiaro sintomo di come mi abbia colpito poco.
Tekken è un nome che attira la gente a discapito della sua reale qualità, inutile dire che le migliorie di Sanada non mitigano la nomea di Samurai Warriors nonostante il 4 sia un capolavoro,  così Tekken 7 ha venduto bene e la critica lo ha accolto come un salvatore nonostante alla fin fine le vere novità siano poche e quasi dannose ma merita di essere giocato e sicuramente sa divertire con la sua ignoranza.

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