Il Gundam della domenica - il Deathscythe quando i Gunpla non erano ancora HG


Ormai chi fa modellismo statico e nella fattispecie prende i model kit dedicati a Gundam tende a volere sempre più qualità, per questo è appena nata la linea HG Gunpla Revolution ma di questo ne parleremo in seguito, e tende a dimenticare e non apprezzare gli albori di questi meraviglie.
Infatti la scala HG 1/144 tende ad essere spesso sottovalutata ma in pochi ricordano che si tratta di un evoluzione degli 1/144 che imperversavano da anni nel Sol Levante.


Questa linea non copre solamente i primi modelli dell'UC 0079 ma anche il successo internazionale di quegli anni ovvero Gundam Wing che fu il primo anime dopo la serie classica ad essere proposto in occidente.
La confezione di piccole dimensioni, 21 x 15 ovvero praticamente la metà di quelle moderne, contiene dentro solo tre sprue ed un set generico di poly cap che andranno a formare il Deathscythe.


Questo set di poly cap è generico ed ormai ne vengono usate poche di questo tipo perché le giunzioni hanno fatto passi da gigante riuscendo a dare movimenti più realistici ed innesti migliori ma qui si parla di un model kit di vent'anni fa e tra poco noteremo tutti i suoi limiti.


La gamba è snodata grazie ad un pezzo di poly cap ormai dismesso che funziona da parte, adesso invece si usano snodi in plastica concatenati, e quindi l'articolazione ha giusto giusto il movimento che serve.


Il sesto della gamba è praticamente monopezzo con le sole due metà da fare combaciare e panellare un po per fare risaltare i dettagli.
Nonostante non sia HG ci sono molte linee ed i dettagli sono presenti sulla plastica, si nota però i limiti di uno stampo che lascia sbavature ed i pezzi non sempre coincidono bene.


Oltre all'innesto del ginocchio ho colorato anche parte del piede visto che gli adesivi in dotazione non coprono quel dettaglio che essendo mono blocco resterebbe blu e non bianco come dovrebbe.
Interessante che a differenza dei model kit Bandai moderni si parte prima dalle gambe per poi passare alle braccia lasciando il torace e la testa per ultime.



Si passa quindi al braccio che risulta molto elementare con pochi pezzi ed uno snodo dato da un solo pezzo che si piega.


In compenso il bordino adesivo dorato rende davvero bene sulla spalla dando un tocco di colore al modello.


Il problema principale di questi vecchi modelli sono le mani in gomma morbida che per quanto sagomate bene non reggono il peso delle armi ne tento meno sono posabili lasciando spesso sfuggire il calcio dei fucili.


L'effetto finale è valido e da lontano rende davvero bene grazie anche al design accattivante del Deathscythe che lo rende ancora adesso uno dei mobile suit che preferisco nella serie.



Il torace è cavo e la mobilità delle spalle totalmente assente come in diversi HG che si sono evoluti da questo schema.


Anche qui però i pezzi assemblati rendono giustizia al modello che vanno ad impersonificare e le ridotte dimensioni dei modelli legati al Wing, che sono più piccoli rispetto ai robot delle altre serie di Gundam, lo rende un piccolo gioiello.



Il back pack è semplice e funzionale, con qualche pannellata rende una meraviglia ed anche se i modellisti di primo pelo non potranno capire migliorare di poco un pezzo così vintage serve a creare quel feeling che i modelli già completi e dettagliati non instaurano con il builder.


Ecco qui la parte superiore competa e devo dire che sono molto soddisfatto del risultato.


Le gambe prima di essere unite al corpo necessitano naturalmente del bacino che nonostante l'eccessiva rigidità permette una buona stabilità al modello anche perché i piedi sono con gli attacchi spostati ai lati ed anche al curvatura delle gambe serve a dare sostegno al modello.



La parte davanti come tutte quelle di vecchia generazione non permette il distacco dei due lati e quindi si alza contemporaneamente da entrambe le parti ma almeno grazie agli adesivi prende un po di colore.


Per il simbolo invece sono andato di marker per dargli un po di colore e spezzare la monotonia verticale del pezzo.



La faccia è bruttarella, il colore rosso è un adesivo che non si ripiega benissimo e le due metà non combaciano bene e resta diviso oltre al fatto che non resta bene in posizione e tende a cadere verso il basso.



Lo scudo con la pinza ha un meccanismo puramente meccanico e senza adesivi risulta alquanto scialbo.



Una volta rifinito con un po d'oro sulle punte e l'adesivo al centro rende molto ma per la lama bisogna per forza usare del colore, io ho scelto il verde metallizzato ma non rimane benissimo, altrimenti è davvero triste la vampata d'energia tutta bianca.



Stesso discorso per la lama della falce che senza colore è di un brutto unico ma nel complesso alla fine da un effetto interessante.


Nella confezione è presente anche il pezzo richiuso da tener sul retro quindi come accessori non è affatto male nonostante la vetusta età del modello.



Ed ora un po di foto per vedere questa bellezza in tutti i suoi lati, devo rifinire meglio la lama ma da distante fa un certo effetto.


Il retro è valido per non essere neanche HG ma le pose che può assumere sono drasticamente basse e per fortuna con la lancia in pugno è abbastanza tosto anche se messo semplicemente in piedi.


Per i neanche 6 euro che è costato devo dire che sono molto soddisfatto e la sua realizzazione non richiede molto tempo, soprattutto se non lo si vuole colorare, ma per un appassionato di Gundam Wing è un obbligo averlo nella speranza che facciano una versione più moderna.
Essendo così vintage a vederlo adesso sembra datato ma nonostante ciò il Deathschyte resta un ottimo model kit da costruire per un vero modellista.

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