Legion la serie a metà tra X-Men e Fargo


Diciamo che un telefilm sugli X-Men sarebbe una gran figata, almeno sulla carta, ma difficile da realizzare nonostante il buon The Tomorrow People che proponeva nel 2013 ed ancora prima nel 1973 lo stesso concept ma senza i marchi registrati della Marvel.
Ora invece la Fox punta su uno spin off ufficiale, o quasi, degli X-Men nonostante sia stato chiarito che non fa parte dello stesso universo cinematografico perché Legion anche se non si chiama X-Men e non sembra un telefilm di supereroi prende a piene mani dai fumetti Marvel.


Per chi non lo sapesse Legion ovvero David Charles Heller è niente di meno che uno dei mutanti più potenti di sempre, figlio di Charles Xavier e Gabrielle Heller, nonché schizofrenico patentato che fatica a distinguere la realtà dalle voci che sente in testa anche quando quelle voci sono vere in quanto personalità assorbite dalla sua mente.


Proprio su questo ruota la serie di cui è uscito da poco l'episodio pilota, anche in italiano doppiato, e non a caso è prodotto da Stan Lee e Joe Quesada ma soprattutto lo showrunner è Noha Hawley di Fargo e questo per me è sinonimo di qualità.


Mi è piaciuta molto anche la fotografia e certe scelte stilistiche che anche senza effetti speciali elaborati riescono a colpire l'immaginario come la sequenza allucinante del corridoio senza porte.


Proprio questo secondo me vuol dire fare un bel telefilm anche con poco, vedi il magistrale Daredevil, perché Legion è potente e vibrante anche senza azione ed i loghi degli X-Men ovunque, da cui appunto vuole distaccarsi con scelte narrative e visive degne di un film di Kubrick e Lynch quanto mi ricorda Twin Peaks l'uomo mimetico, la forza dello show risiede nella sua trama e nel mistero di David.


Il cast vanta Dan Stevens conosciuto per Downton Abbey e per essere il Principe/Bestia del nuovo live action Disney alle prese con il ruolo di David Heller, su cui poggia la quasi totalità della narrazione, e la lista vede anche diverse facce conosciute che non starò ad elencare.


Anche se le facce da smaiala di Syd Barrett, o meglio di Rachel Keller che guarda caso ha lavorato in Fargo, non è da sottovalutare nel suo ruolo di finta Rogue che non può essere toccata.
I finti mutanti per adesso non sono parte integrante della storia ma il giusto contorno che farebbe dubitare un uomo sano della sua mente figuriamoci uno che è stato rinchiuso anni in un manicomio.


Ma il mio amore cade su Lenny, Aubrey Plaza, che con la sua delirante follia riesce ad incantare ed ammaliare lo spettatore, e poco importa se sia morta e viva solo nella mente e nei ricordi di David, perché vedendo il secondo episodio mi è anche sorto il dubbio se esiste davvero ma questo è proprio il bello di Legion.


Le scene surreali al limite del fantastico e della schizofrenia rendono ogni ricordo, ogni flashback che si concatena con la realtà sino a riscriverla e modificarla, ogni punto di vista davvero conturbante.
Non bisogna credere a quello che si vede o che racconta David ed è proprio questo che fa passare l'ora di episodio incollati allo schermo anche senza sparatorie.



Anzi uno dei punti che mi è piaciuto di meno per adesso è proprio il finale action del primo episodio mentre adoro le sedute dallo psicologo e le loro mille sfumature narrative ed introspettive.


Per la prima volta i flashback e le divagazioni sui ricordi sono qualcosa che rende salda la visione del programma e non un escamotage per rubare minutaggio riciclando scene e mostrando un pezzettino di verità alla volta come Arrow.
I problemi di David, la ragazza che ti scarica, le voci che ti dicono cosa fare, la droga che ti fa vedere cose, le cose che vedi che ti fanno prendere la droga per dimenticarle, i problemi con il padre tutto ciò e molto di più forma Legion.


Se non l'avete ancora visto rimediate subito perché la geniale interpretazione di uno dei più potenti mutanti dell'universo Marvel è finalmente realtà e difficilmente poteva venire meglio.
Guardare un episodio spinge lo spettatore a volerne di più a credere di aver capito, colto il dettaglio messo li solo per lui, ma ogni nuova sequenza sovrascrive la realtà precedente rivelando una verità inimmaginabile e grottesca ma anche tanto attuale e realistica.

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