Code Realize Guardian of Rebirth la recensione


Sempre più spesso negli ultimi mesi gli utenti Playstation Plus si lamentano dei giochi gratuiti del servizio, il fatto che per quanto si paga è tutto grasso che cola non riescono proprio a capirlo, ma grazie a ciò sono riuscito a giocare un titolo che mi interessava e non avrei mai preso con i soldi.
Si tratta di Code Realize Guardian of Rebirth per PS Vita di cui faccio la recensione solo ora perché non sono riuscito a giocarci molto e purtroppo mi ha un po deluso quindi per adesso l'ho accantonato senza completarlo al 100% come ho fatto con altre visual novel.


Infatti a differenza di Code Embryo, con cui non ha niente a che fare nonostante la similitudine del nome, ed il suo seguito Lost Memories questa avventura grafica o sarebbe meglio dire romanzo interattivo punta tutto sul romanticismo e per un ragazzo può risultare eccessivamente lenta e smielata.


L'ambientazione steampunk con la Britannia che domina il mondo con la sua superiorità bellica mi ha ricordato un po Code Geass, anche qui nonostante il Code davanti non c'è nessuna parentela, e l'idea di personaggi letterari famosi come Lupin e Van Helsing mi ispirava parecchio ma l'effetto shojoina è troppo forte e basta vedere la presentazione dei pg per rendersene conto...







Come dicevo l'incedere lento della trama, i primi capitoli sono uguali per tutti i personaggi e le scelte minime nonostante le ore di dialoghi, fiacca il morale e mi aspettavo una maggiore interattività con la narrazione quindi sono felice di non averci speso un soldo per giocarlo.


Come ogni visual novel anche Code Realize Guardian of Rebirth punta molto sui disegni statici e forse per questo dopo un po mi ha stufato, molte sequenze d'azione o concitate sono espresse in modo così piatto da risultare noiose e poco efficaci.
Il fatto che tutto il gioco sia in inglese non aiuta molto la comprensione quando lo si gioca in treno stanchi e vogliosi di qualche emozione finendo per rischiare di addormentarsi e finire in un altra città.


Forse visto che le ultime visual novel che avevo giocato mi erano piaciute tanto forse mi aspettavo semplicemente troppo da questo gioco e per essere sinceri non è brutto anche se per apprezzarlo al meglio forse ci vuole un pubblico più femminile ma quello che proprio non mi è piaciuto è la mancanza di osare.
E' tutto tanto, troppo, nei canoni del genere e ciò lo fa sembrare un gioco di decenni fa senza infamia e senza lode.


La longevità è alta ed i personaggi comunque sono ben caratterizzati, anche se coniati con i soliti cliché, ma soprattutto giocarlo gratis con il PS Plus lo rende giustamente interessante anche se gran parte dei giocatori si è imbufalita per questa scelta.
Personalmente ho apprezzato che per la Vita sia stato messo un gioco uscito di recente, e non i vecchi giochi PSP come durante l'estate, e particolare come questo e spero che per dicembre ci siano altri titoli intriganti.

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