Samurai Warriors 4 la recensione della rinascita


Volevo fare la recensione di Samurai Warriors 4 da un po di tempo ma prima ho preferito finire lo story mode, che è davvero lungo, e parlare dell'anime creato per l'anniversario della serie.
Adesso però è tempo di spancionare su questo nuovo capitolo che non solo si è rifatto il trucco ma risulta davvero innovativo per la serie.


Quando nel lontano 2004 nasceva il primo Sengoku Musou, ribattezzato Samurai Warriors in occidente, era subito chiaro che voleva essere un brand diverso dall'ormai già sfinito Sangoku Musou conosciuto da noi come Dynasty Warriors.
Il gameplay era incentrato su pochi combattenti di qualità, con abilità speciali uniche ed un level design particolare che permetteva una giocabilità diversa a seconda dei personaggi scelti.


Molte di queste caratteristiche restano in questo quarto capitolo ma se ne aggiungono altre come l'hyper attack assegnato al triangolo che ispirandosi a Gundam Reborn serve per sfoltire velocemente i piccoli nemici con un attacco ad ampio raggio veloce e dinamico.
Questo non vuol dire che la novità è spammare triangolo invece del quadrato perché gli ufficiali nemici parano senza difficoltà questo attacco ed allora bisogna usare X per sfondare la difesa.


Inoltre le missioni sul campo di battaglia sono dinamiche e si attivano con certi requisiti e possono variare le sorti dello scontro, naturalmente la difficoltà va calibrata verso l'alto per sentire bene questi effetti visto che l'AI continua ad essere il punto debole della produzione KOEI.


Un altra novità risiede nel fatto che adesso i personaggi giocabili sono due, ma non è come il tag da tre di Orochi Warriors 3, infatti con il tasto option su PS4 è possibile passare al personaggio secondario che altrimenti vaga libero sul campo di battaglia ed al quale si possono dare istruzioni per svolgere compiti diversi da quello del personaggio principale così da gestire meglio lo scontro e fare obbiettivi altrimenti irraggiungibili in tempo.


Lo story mode è stato diviso per regioni così da vedere e giocare le diverse battaglie che hanno portato alla ribalta determinati clan per poi culminare nell'unificazione del Giappone.
Questa modalità come dicevo ha diversi obbiettivi durante le battaglie ed alcuni si possono fare solo con certi abbinamenti di personaggi quindi c'è anche una certa rigiocabilità oltre al fatto che è lunga da finire.


Inoltre è possibile giocare in due online o con lo schermo condiviso e certi tesori ed armi rare sono difficili da trovare mentre per potenziare quelle base si usa un negozio che grazie alle gemme trovate in battaglia aumenta le caratteristiche di  certe abilità o ne svela di nascoste.
Tra l'altro il personaggio si potenzia pian piano a seconda di quali attacchi si usano migliorandone l'efficacia così da adattarsi al nostro stile di gioco ed è una grande cosa.


Per adesso la modalità chronicles, che ricorda il sugoroku del 2, l'ho lasciata in disparte e magari ne riparlerò più avanti ma già così siamo di fronte ad una vera rinascita per la serie che abbandona i meccanismi datati di Dynasty Warriors per diventare fluido e divertente.
Graficamente è notevole ed anche se rimane il pop up dei nemici il loro numero su schermo è aumentato così come la varietà dei modelli e la qualità delle animazioni.


Il gioco è parlato in giapponese con i sottotitoli inglesi e questo magari scoraggerà la massa ma per me è un pregio sentire le voci originali e non ho difficoltà con l'inglese da videogame quindi lo consiglio a tutti coloro che vogliono un gioco ispirato al Giappone feudale.
Certamente i detrattori della serie non cambieranno idea ma molto ne parlano male senza averlo neanche giocato e posso affermare con certezza che questo è il miglior gioco musou su questa generazione di console.

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