Yakuza 3

Il drago di Dojima è tornato!
 Il primo Yakuza uscito su PS2 era atteso dai fan come l'erede spirituale di Shenmue, ma qualcosa andò storto in casa SEGA, probabilmente l'assenza di Yu Suzuki, e ne venne fuori un titolo molto action che poco aveva a che vedere con il suo illustre cugino.
Arrivati al terzo capitolo e cambiando console, una PS3 su cui girano ottimi titoli next-gen, ci si aspetterebbe un miglioramento, invece no!

Yakuza 3 è essenzialmente il sequel fotocopia dei precedenti capitoli e non brilla ne per la grafica ne per la giocabilità.
Di buona qualità solo le espressioni facciali e le ottime musiche, inoltre il gioco è pieno di idol e modelle giapponesi a noi sconosciute su cui i programmatori si sono concentrati di più che nel migliorare il gioco.

Kamurocho dovrebbe essere cambiata, invece no.

Anche il combat system è rimasto totalmente invariato e presenta notevoli difetti oltre ad una legnosità allarmante, non bastano gli elementi RPG  per smussare i difetti di tale sistema.
Le HEAT ambientali danno un certo grado di spettacolarità, e godimento, ma la scarsa reattività dell'AI e le fattezze tutte uguali dei nemici generici sminiuscono il divertimento dopo poco.

Agile come una mangusta, legnoso come uno Yakuza
La trama sembra un remake dei primi due capitoli ed il finale un pò pacchiano. 
Per fortuna il carisma del protagonista e di alcuni comprimari riesce in parte a salvare le cose ma si sarebbe potuto fare di meglio sotto tanti punti di vista.

Kazuma salva gli indifesi, ed anche il gioco...
La serie non ha fatto quel salto di qualità che ci si aspettava e nonostante i fan rimarranno soddisfatti, la mancata localizzazione ita e gli interminabili dialoghi sull'onore di una Yakuza stereotipata potrebbero dissuadere i nuovi utenti e farli propendere per un titolo più al passo con i tempi.

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